Pedagogia Nera e razzismo

“chissà cosa avrà subito nell’infanzia per esser arrivato a fare/dire questo?!”

Credo oggi inizi ad essere più semplice riconoscere la presenza velenosa della Pedagogia Nera all’interno del tipico contesto familiare, ma penso sia ancora difficile invece capire quali siano i suoi effetti nel lungo periodo, come appunto il razzismo.

Per capire dovremmo intanto iniziare a renderci conto che una bambina o un bambino, crescono! Diventano adulti. Io stessa del resto, non sono sempre stata una donna fatta e finita, non sono atterrata su questa terra, già adulta.

Cosa succede quindi a una o un bambina/o quando subisce una delle svariate forme di Pedagogia Nera nell’infanzia?

Quando cioè subisce violenze fisiche e psicologiche da parte dei propri genitori o familiari, dalle botte, alla violenza sessuale, dalle minacce e urla costanti, alla manipolazione, dall’umiliazione, alla profonda indifferenza per i propri bisogni.

Io a Bari con i bambini della Fondazione Giovanni Paolo II onlus di Bari dopo Infanzia Felice

Alice Miller ci dice che non tutti i bambini che hanno avuto un’infanzia infelice diventano mostri, ma tutti i mostri hanno avuto un’infanzia infelice. Questo per capire che quando siamo di fronte a un fatto grave, violento, crudele, chi lo ha commesso non è atterrato su questo pianeta, già adulto, ma è stato innanzitutto un o una bambino/a maltrattato/a.

Sempre Miller, quando analizza l’infanzia di Adolf Hitler, ci mostra chiaramente come un bambino da adulto possa diventare un mostro. La distruttività è infatti una delle due conseguenze maggiori della Pedagogia Nera. L’altra è l’auto distruttività, ovvero tendenza al suicidio, incidenti, uso di droghe, alcool, dipendenze …

In questi giorni di agosto mi capita spesso davanti a certe notizie di cronaca, chiedermi: “chissà cosa avrà subito nell’infanzia per esser arrivato a fare/dire questo?!” Ci penso di fronte all’omicidio razzista di Alika Ogorchukwu, all’aggressione sempre razzista nei confronti del medico Andi Nganso, oppure quando alla piscina di Asti viene vietato l’ingresso a una famiglia di origini nigeriane, perché neri. Così come ci penso di fronte alla morte dell’11enne Mohanad, ucciso dalla macchina di un ventenne sotto effetto di droghe e privo di patente.

“chissà cosa avrà subito nell’infanzia per esser arrivato a fare/dire questo?!”

La domanda mi impedisce di pensare si tratti di casi isolati, di raptus, di sparuti razzisti, violenti e patologici. Mi aiuta a non ignorare insomma che questa violenza, questo razzismo hanno invece una matrice comune. Si chiama Pedagogia Nera.

Ed è ancora la Pedagogia Nera a spiegarmi come mai le persone presenti di fronte all’omicidio di Ogorchukwu, invece di prendere una sedia del bar e tirarla in testa all’aggressore, hanno preferito filmare la sua morte col cellulare.

L’indifferenza nutre il razzismo.

E l’indifferenza si impara da piccoli, fa parte della Pedagogia Nera: omertà prima di tutto. Del resto, se quando eri piccolo nessun adulto è intervenuto per salvarti, perché tu adesso adulto dovresti intervenire e salvare qualcuno di più debole che soffre? Soprattutto un “uomo nero” – con cui ci hanno tanto spaventati da piccoli. Se mai ti sentirai autorizzato a pensare che quanto gli succeda se lo sia meritato, anzi magari se l’è pure cercata.

un momento dello spettacolo INFANZIA FELICE

Miller e molte altre figure esperte, spiegano che la frustrazione, la rabbia repressa accumulate in seguito agli abusi infantili subiti, può esplodere per un nonnulla e si riversa immancabilmente su qualcuno di più debole di noi. Spesso si tratta di un bambino, figlio, nipote, o allievo, ma colpisce anche una persona immigrata, o disabile, o lgtbtq1+, oppure anziana, una donna …

Le conseguenze della Pedagogia Nera sul lungo periodo sono una vera bomba ad orologeria, ma io credo che la si possa disinnescare se ci impegniamo a cambiare radicalmente la cultura, soprattutto quella patriarcale.

“Cosa posso fare?”

Ad esempio smettere di essere indifferente alla sofferenza altrui, sarebbe già un ottimo inizio per contrastare i danni della Pedagogia Nera, tra cui appunto il razzismo. Ti va di provarci?